SEDUTA STRAORDINARIA C.C. PER LA TRATTAZIONE DI INTERROGAZIONI ED INTERPELLANZE EX ART. 53 REG. C.C. – GIUGNO 2024
Interrogazione del consigliere comunale Pasquale De Toma
Oggetto : Interrogazione consiliare, ai sensi degli artt. 25 e 52 del Reg. Cons. Com.le nonché dell’art. 29 Statuto Comunale e dell’art. 43 del T.U.E.L., su “Interventi urgenti per la mitigazione del rischio idraulico ed idrogeologico: sistemazione del Litorale ad est di Trani compreso tra lido colonna ed il confine con il territorio di Bisceglie”
Il sottoscritto Pasquale De Toma, in qualità di consigliere comunale, interroga l’assessore ai lavori pubblici e il dirigente del settore in merito al Progetto propedeutico ai lavori previsti per il tratto costiero ad est di Trani compreso tra la fine del lungomare Sen. Mongelli e l’inizio della cosiddetta seconda spiaggia, di riqualificazione e consolidamento di parte della falesia, a cura dello Studio Rotondo Ingeneri Associati.
Nello specifico, si interroga se il progetto ha osservato tutte le eventuali prescrizioni previste per un sito di valenza paesaggistica, naturalista e faunistica come quello in oggetto; ancor più, si interroga se tutti gli enti che hanno rilasciato le autorizzazioni sono stati informati della presenza, nella zona di intervento, della esistenza e delle caratteristiche del sito denominato “Baia del Gruccione”.
A tal riguardo, voglio ricordare che:
- in data 02/09/2020 con provvedimento di Giunta Comunale n. 139, a seguito di una proposta di un cittadino, viene intitolato un tratto costiero a est della città, situato tra la fine del lungomare Sen. Mongelli e l’inizio della cosiddetta seconda spiaggia, come Baia del Gruccione, poiché dominato da una falesia di nidificazione, da maggio ad agosto, della variopinta colonia migratoria protetta e proveniente dal nord-Africa come meglio specificato nella premessa al su citato provvedimento che di seguito riporto integralmente: “si tratta di un ‘insenatura naturalistica sabbiosa, con una specie di faraglione. Grazie a tali caratteristiche, è meta di nidificazione del Gruccione, che giunge da noi dopo un lungo viaggio sul Mediterraneo. Nello specifico è un uccello europeo dai colori vistosi, che assomiglia a quelli tropicali. Nidifica in una buona parte dell’Europa meridionale, Asia centrale e occidentale, e lungo le coste mediterranee dell’Africa, dal Marocco alla Tunisia. Abita in ambienti aperti con vegetazione spontanea e cespugliosa, presso corsi fluviali e litorali. In Italia le colonie di nidificazione sono numerose e soprattutto lungo la costa adriatica. Arriva a fine aprile/maggio per nidificare e ripartire ad agosto inoltrato. Si nutre di insetti e depone dalle 5 alle 8 uova, che cova per 20 giorni. È lungo 25/29 cm. ed ha un ‘apertura alare di ben 40/50 cm.
Famiglie, bambini, ragazzi, anziani e turisti, non restano indifferenti al fascino della nostra baia e del variopinto Gruccione, che in volo assomiglia ad un aquilone dondolato dal vento”.
- Qualche mese dopo viene redatto il dossier (Baia del Gruccione-Area Protetta) completo di relazione del Presidente Lipu di Puglia e Basilicata Dr. Vincenzo Cripezzi, e acquisito dal protocollo generale del Comune di Trani il 28/05/2021 n. 0027594 per dare seguito all’intitolazione e proteggere l’habitat.
- Successivamente il 27/09/2021 con ordinanza n. 332, il Dirigente Area Polizia Locale e Protezione civile Dr. Leonardo Cuocci Martorano istituisce un’area pedonale lungo tutto il tratto costiero in questione; nel documento si legge: “Tali litorali costieri, a causa delle loro peculiarità anche naturalistiche richiedono una particolare attenzione, salvaguardandoli da eventuali comportamenti che non si addicano alla preziosità di tali luoghi”; continua: “Considerato che nell’area interessata all’istituzione dell’area pedonale, esistono altresì vincoli di tipo naturalistico/ambientali meritevoli di particolare tutela e interesse”,
- Ancora, si informa che il Gruccione con i suoi nidi, le sue uova e il suo habitat sono tutelati dalla una legge Nazionale, la n. 157 del 1992, definendoli come “Bene indisponibile dello Stato” in quanto presenti tra le 98 specie migratorie protette. Infatti, secondo l’Art. 1 della legge la 157 del 1992 : “La fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell’interesse della comunità nazionale ed internazionale”. Esistono tuttavia alcune specie che, più di altre, necessitano di attenzione, o perché in declino (dentro o fuori dai confini nazionali) o perché, talvolta, addirittura minacciate di estinzione; l’Unione Europea, da anni in prima linea nella predisposizione di azioni concrete a tutela dell’avifauna e della biodiversità, ha stilato un elenco tassativo di queste specie, in occasione dell’emanazione della Direttiva Uccelli , approvata dalla Commissione europea nel 1979 e in buona parte recepita dall’Italia con varie leggi e regolamentazioni; si tratta di circa 100 specie (98 per l’esattezza fra le quali appunto è inserito il Gruccione – Merops apiaster ), che, come esplicita lo stesso Allegato I alla Direttiva, sono soggette a “speciali misure di conservazione”.
- Ancor di più, si evidenzia che forte è stato l’impegno dell’Italia, negli ultimi anni, per il recepimento e l’applicazione del diritto comunitario e per la parallela costruzione di un proprio quadro normativo in materia di tutela dell’avifauna; due, a questo proposito, sono le leggi nazionali di riferimento: la su citata legge 157 dell’Il febbraio 1992 , “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio “, che appunto tutela la fauna selvatica, e la legge 394 del 6 dicembre 1991, cioè la “Legge quadro sulle aree protette A queste va poi aggiunto l’importante gruppo di norme e regolamenti relativi alla Rete Natura 2000, tra cui il Regolamento Habitat (DPR 357 del 1997), il decreto “Linee guida” del Ministero dell’Ambiente del 3 settembre 2002 e il decreto del Ministero dell’Ambiente n. 184 del 2007, contenente le misure minime di conservazione per i siti della Rete Natura 2000.
Tutto ciò premesso, si interroga quindi di verificare se un qualsiasi intervento invasivo che vada ad occultare l’intera falesia o parte di essa, ad alterare il paesaggio ed a allontanare irrimediabilmente la colonia riproduttiva di gruccioni, possa anche essere eventualmente perseguibile secondo le leggi in vigore.
Voglio far anche presente che “La Baia del Gruccione” è presente su Google-Maps e YouTube, dove un video fotografico ne descrive la bellezza, quale scrigno di biodiversità popolato da numerose specie faunistiche e botaniche; è meta di turisti, famiglie, amanti della fotografia e della natura, ma anche materia didattica per i bambini delle nostre scuole, e oggetto di laboratori come quello svolto nella Biblioteca Comunale di Trani il 25 marzo scorso, poiché si resta affascinati dal paesaggio e dal volo dei variopinti gruccioni del nord-Africa, che “giungono alla loro falesia di nidificazione dopo aver accompagnato il Santissimo Crocifisso di Colonna.”
Interrogo, inoltre, se gli interventi previsti dal progetto in oggetto, a mezzo di un “cuneo terroso-lapideo”, alla luce delle eventuali omissioni informative sulla esistenza della “Baia del Gruccione” quale sito di nidificazione protetto, possano eventualmente produrre un abuso a danno quindi del paesaggio al contrario invece di soluzioni meno impattanti a tutela della suddetta zona.
Voglio far presente che, della eventuale omessa comunicazione dell’esistenza di tale sito protetto, è stato messo a conoscenza sia il Luogotenente Luca CAPASSO Comandante dell’Ufficio Locale Marittimo di Trani con nota del 01/08/2023 che il Dr. Leonardo Cuocci Martorano, Dirigente Polizia locale e Protezione civile di Trani, tramite nota prot. n.54023 del 21/09/2023 al quale, fra l’altro, si chiedeva inoltre la demolizione della scala abusiva, l’istallazione di tornelli e l’attivazione videosorveglianza.
Comunico inoltre che è stato depositato un dossier presso la sede di Trani della Sovrintendenza Foggia-Bat in data 10/11/2023 prot. n. 12429, in cui si avvisa della eventuale omessa comunicazione della esistenza della “Baia del Gruccione” come area di nidificazione protetta, Sita tra la fine del lungomare Sen. Mongelli e inizio della cosiddetta seconda spiaggia.
Ancora, si interroga se il Comune di Trani si sia nel frattempo fatto carico di comunicare a tutti gli enti preposti per gli atti autorizzativi della esistenza della “Baia del Gruccione” come area di nidificazione protetta di tale Colonia Migratoria.
Si interroga e contestualmente si chiede se si possa coinvolgere il geologo e funzionario dell’Autorità di Bacino della Puglia perché ricade in una zona perimetrale ad alta pericolosità geomorfologica (PG3) e il presidente Sigea (Società Italiana di Geologia Ambientale) Dr. Antonello Fiore.
Si evidenzia, inoltre che la città di Bari, in fatto di habitat e tutela faunistica, durante lo scorso 2023, ha emesso un’ordinanza restrittiva su un tratto di litorale dove nidifica il fratino (charadrius alexandrius), una delle 98 specie migratorie protette nella Direttiva Uccelli dell’Unione Europea (147/2009) e della Legge Nazionale n.157/1992 come il nostro Gruccione (Merops Apiaster).
L’ordinanza restrittiva, come quella di Bari, sarebbe necessaria a blindare i gruccioni, per permettere di riprodursi senza pericolo di covare le uova e non abbandonare i nidi a fronte di una intollerabile presenza antropica, soprattutto da maggio ad agosto, vietando l’accesso di cani e soggetti non autorizzati, oltre all’esercizio di tutte quelle attività che possono arrecare disturbo, come inquinamento acustico e luminoso, e anche la balneazione a ridosso della zona della falesia oggetto della nidificazione.
Ritengo infine che debba essere un atto dovuto e importante, una ennesima revisione del progetto esecutivo, eliminando quindi il “cuneo terroso-lapideo”, suggerendo magari che l’erosione di quel tratto di costa, dovuta sicuramente all’energia del moto ondoso in corrispondenza dei varchi fra i frangiflutti esistenti, possa essere fondamentalmente limitata dalla realizzazione di 3 ulteriori frangiflutti paralleli alla costa e traslati rispetto a quelli esistenti al fine di garantire l’adeguata circolazione e ossigenazione delle acque marine di spiaggia; un ulteriore contrasto all’erosione della Costa potrebbe essere realizzato attraverso la realizzazione di rifacimenti al piede della falesia con ciottoli e pietrame calcarenitico di piccola pezzatura che gradualmente sarà degradato dal moto ondoso integrandosi nella spiaggia emersa e sommersa del sito con un intervento simile a quelli che si stanno effettuando su altri tratti della costa tranese.
Tutto ciò, affinché l’intervento, sicuramente giustificato per ragioni di incolumità pubblica e messa in sicurezza, sia comunque a zero impatto ambientale a tutela non solo della Baia del Gruccione, ma nel rispetto della natura, priorità che la città di Trani deve avere.
Pasquale De Toma