di Antonio Sasso
il Ministero dell’ambiente ha emanato nel 2017 le “Linee guida per la gestione del verde urbano e prime indicazioni per una pianificazione sostenibile”. Queste linee guida hanno rappresentato il filo conduttore del meeting ”Gestire il Verde Pubblico”, tenutosi in Biblioteca a Trani il 6 giugno 2024, organizzato dal dott. agronomo Giovanni Guerra e moderato dal giornalista dott. Andrea Catino. Presente in rappresentanza dell’amministrazione comunale il vicesindaco, avv. Fabrizio Ferrante. Un convegno molto interessante e costruttivo con la sala affollata di uditori, esponenti di associazioni, agronomi e semplici cittadini. L’argomento è evidentemente molto popolare. Il messaggio forte che è stato lanciato è questo: gli alberi sono esseri viventi complessi, che appartengono alla collettività, e della loro integrità l’amministrazione deve farsi carico, attraverso la conoscenza in primis del proprio patrimonio arboreo, il censimento del verde. Prima di abbattere un albero sono necessari alcuni passaggi obbligatori, e le ragioni tecniche dell’abbattimento devono essere spiegate ai cittadini e alle associazioni. Senza questi elementi minimi, ogni abbattimento è un atto arbitrario. L’amministrazione comunale non può e non deve ignorarlo. Passaggi invece ignorati da chi ha dato l’ordine di tagliare i nostri alberi in piazza Plebiscito e in corso De Gasperi.

Sono stati dati dai tanti relatori, molti consigli utili all’amministratore intervenuto e all’uditorio, per una corretta manutenzione, pardon, “cura” del verde pubblico (perché gli alberi sono appunto organismi viventi).
Il presidente dell’ordine degli agronomi, dott. Milillo, ha parlato dell’importanza del verde pubblico, per il decoro cittadino, il clima, la vivibilità e perfino per il benessere psicofisico indotto sugli esseri umani. Se il verde urbano è abbondante e florido, può far risparmiare del 30% la spesa sanitaria.
Il dott. Guerra ha spiegato le procedure a monte dell’abbattimento degli alberi: la relazione analitica su ogni singolo albero, la valutazione della sua stabilità e del relativo rischio fitostatico, le risultanze degli esami strumentali per valutare l’integrità della struttura interna.
Altro spunto interessante: non si può pensare di costruire nuovi parchi se quelli esistenti sono in stato di abbandono.
Viene subito in mente la nostra Villa Comunale, che celebra quest’anno il bicentenario dall’inaugurazione, e che versa in quello stato pietoso che tutti ben sappiamo. Nel frattempo gli Amministratori si accingono a costruire un nuovo parco nell’area Angelini: bello spreco di risorse se avremo non uno ma due parchi in abbandono.

La progettazione di un nuovo parco o la semplice piantumazione di una via o piazza deve avere basi razionali, perciò deve essere redatto da professionisti competenti: il tipo di piante più idonee da utilizzare, la distanza da edifici, l’accesso a fonti d’irrigazione, la compatibilità della pianta con l’area della messa a dimora. Abbiamo molti esempi di piante inaridite in città perchè non irrigate. Per esempio nell’area parcheggio di Eurospin, in via Barletta.
Se prevista la pavimentazione intorno agli alberi, questa non intacchi lo sviluppo di radici e tronchi il che può determinare il sollevamento del manto stradale. Si pensi allo scempio che si è venuto a creare in piazza Gradenico e lungo via Martiri di Palermo ad opera delle radici affioranti dei pini. Non hanno certo colpa i pini!


La potatura degli alberi va eseguita a regola d’arte: un albero sano o malato non va mai capitozzato, pratica barbarica purtroppo in largo uso a Trani, che compromette la salute della pianta e lo sviluppo dell’apparato fogliare.

Se una pianta è malata va curata ricorrendo all’endoterapia, ossia a un trattamento fitosanitario specifico per alberi ad alto fusto. La tecnica consiste nell’effettuare attraverso la corteccia del tronco iniezioni, all’interno dell’albero, di specifici fitofarmaci antiparassitari. A Trani vi sono stati atteggiamenti discordanti. I lecci di piazza della Repubblica qualche anno fa sono stati salvati dalla cocciniglia grazie a un intervento di endoterapia efficace. Stessa attenzione non è stata prestata invece nei confronti dei numerosi alberi delle palme in piazza Quercia, lungo il porto, e nella Villa Comunale, aggrediti dal punteruolo rosso.

In definitiva, il concetto ricorrente e ripetuto da tutti relatori sulla necessità che l’amministrazione condivida e interloquisca con i cittadini e le associazioni in merito agli interventi sul verde più impattanti, come gli abbattimenti, è stato nei fatti completamente ignorato dai nostri amministratori e dai cosiddetti esperti che per loro conto gestiscono il verde a Trani. I cittadini devono dire a questa amministrazione che il tempo dell’improvvisazione è finito e che una materia così delicata e importante, come la gestione del verde pubblico, sia affidata a veri professionisti competenti e di provata esperienza (agronomi, botanici, architetti paesaggisti).
I cittadini a se stessi devono dire: che ci piaccia o no della salute del verde pubblico dobbiamo occuparcene anche noi.

Gli alberi non sono esseri viventi ma ECOSISTEMI. Anzi, soltanto in un approccio scolastico si può parlare di ‘alberi’: in effetti le più moderne scoperte dimostrano che ‘gli alberi’ interagiscono tra loro fino ad essere considerabili come un unico organismo vivente. Un albero ‘isolato’, asservito all”arredo urbano’ è, di per sé, una condanna per quegli esseri, a loro modo, ‘sociali’; sebbene ‘gli alberi’ abbiano la possibilità di ‘scambiarsi messaggi’ e polline anche a grandissime distante. Inoltre, in quanto ecosistemi, la loro vita è interdipendente con quella di una miriade di esseri viventi, anche animali, esseri umani compresi.
Gli alberi sono per noi fonte di benessere e salute? Non è certo una scoperta!
Ma è anche un errore parlare di ‘alberi’ senza alcuna distinzione: ogni specie, se non addirittura ogni singolo ‘soggetto’, hanno una propria storia, delle proprie caratteristiche. Dovremmo riflettere ogni volta che CONDANNIAMO A MORTE un ‘albero’: le conseguenze vanno al di là di ogni parametro strumentalmente valutabile.
Lo stesso pianeta sul quale abitiamo è un unico essere vivente: abbiamo davvero il diritto di ammazzare a nostro ‘vantaggio’, o solo di spostare da un punto ad un altro per nostro ‘capriccio’ una, due, cento, mille ‘cellule’ di esso?
Come possiamo accontentarci di ascoltare passivamente, come bravi scolaretti, una lezione sul ‘verde’ o su ‘gli alberi’ senza che nessuno ci faccia capire che da essi dipende la nostra stessa esistenza?
Com’è possibile che chi sale in cattedra non dica chiaro e tondo che quando ammazziamo un albero uccidiamo una parte di noi?
No, gli alberi non sono da ‘tutelare’ come fossero gioielli: sono da salvare per obbedire al nostro istinto di sopravvivenza.
Mi sovviene una canzone : ‘L’albero ed io’. Dovremmo ascoltarla prima di reputare gli alberi qualcosa di ‘altro’: se, dopo questa vita ti capiterà di ‘reincarnarti’ in un albero, ti piacerebbe essere condannato a morte soltanto perché lo sviluppo delle tue radici è tale che quella cella nella quale ti hanno costretto gli umani è troppo stretta per contenerle? Eppure gli stessi umani hanno trovato i sistemi per fare sì che il tuo apparato radicale (che, non dimentichiamolo, ha la stessa estensione della chioma) non fratturi le loro croste; ma restano soltanto curiosità da sciorinare in una sala da biblioteca.
Al di fuori di essa, caro ‘ex umano’ sono pronti ad ammazzarti perché ‘sei invasivo’. Dei danni all’ecosistema del quale sei una parte, chissenefrega?
Forse il boia non subirà le conseguenze del delitto che compie; ma i suoi figli, i suoi nipoti, certamente sì.
Forse dovremmo PRETENDERE di far valere la nostra volontà quando un ‘amministratore’ (da ‘minister’ = servitore) decide di condannare a morte un albero.
Forse dovremmo PRETENDERE che non si spendano soldi per piantare alberi alloctoni, immigrati forzatamente, addirittura da oltre oceano.
Forse, infine, dovremmo PRETENDERE che la ‘consulta ambientale’ non abbia solo un ruolo consultivo, ma decisionale, come ad Andria, ove le associazioni COLLABORANO alla gestione del verde.
E perché non anche i cittadini in grado di offrire suggerimenti utili?
‘L’albero ed io’ – F. Guccini
https://youtu.be/3DeLEkG5uZ0?si=4fABkoEIvdFEw7Rw