A sud dell’abitato di Trani, tra Capo Colonna e Torre Olivieri, la costa assume i caratteri tipici del litorale roccioso barese, presentandosi articolata in numerosi promontori naturali e spiagge poco profonde.
Come descritto esaustivamente in Caldara M. et alii (2010) questo tratto di litorale, esteso per pochi chilometri, può essere considerato uno dei più begli esempi di geodiversità dell’Italia meridionale. Difatti, in questo tratto di costa costituito dai calcari del substrato mesozoico
(“Calcare di Bari”), dai depositi di transizione del Pleistocene superiore e dalle coperture continentali del Pleistocene superiore-Olocene, sono presenti singolarità di tipo:
– geologico: sismiti sia del Cretaceo che del Pleistocene; esempi di variazioni laterali e verticali spazio-temporali tra le litofacies pleistoceniche;
– paleontologico: impronte di dinosauro del Cretaceo, stromatoliti colonnari e calcari a characee del Pleistocene;
– geomorfologico: modello di evoluzione di morfologie costiere fossili ed attuali;
– podologico: esemplarità didattica dei paleosuoli e modello di ricostruzione paleoclimatica del Quaternario:
– idrogeologico: numerose sorgenti con scaturigini al livello del mare, sia in corrispondenza delle spiaggette sabbiose, sia lungo il bagnasciuga calcareo di Capo San Giovanni.
– archeologico: ritrovamenti che vanno dal Neolitico medio (ceramiche dipinte) all’età imperiale (resti di una villa romana) emersi durante varie campagne condotte dalla
Sovrintendenza per i Beni Archeologici della Puglia (2006-2010).
Sfortunatamente, nel corso degli ultimi anni, per contrastare l’arretramento della falesia e rendere fruibile il litorale, gran parte di questi affioramenti è stata definitivamente sottratta alla comunità scientifica e agli amanti dell’escursionismo naturalistico-geologico; le possibilità di valorizzazione ci sono e queste non riguardano solo la fruibilità “balneare” della costa tranese.
Tutti questi elementi insieme concorrono a rendere il geosito del litorale di Trani Est, un esempio unico per una ricostruzione completa delle trasformazioni ambientali e dell’evoluzione di questo tratto di costa nel corso del Cretaceo e del Pleistocene superiore.
Il valore didattico di questi affioramenti è un aspetto finora conosciuto solo dagli addetti ai lavori; difatti, la costa tranese è da anni oggetto di escursioni da parte di docenti e studenti dell’Università di Bari in particolare del corso di Conservazione dei Beni Naturali della Facoltà di Scienze. Inoltre, questo sito è tra gli itinerari proposti nella Guida Geologica Regionale della Puglia edita dalla Società Geologica Italiana (Iannone & Pieri, 1999).
In definitiva, il tratto di costa a sud dell’abitato di Trani, compreso tra Capo Colonna e Torre Olivieri, può essere considerato uno dei più begli esempi di geodiversità dell’Italia meridionale e quindi ha tutte le caratteristiche richieste dalla L.R. n. 33 del 4 dicembre 2009, “Tutela e valorizzazione del patrimonio geologico e speleologico”, per rientrare nelle “Sezioni speciali e monumenti naturali” (art. 5), dove sono iscritti i geositi che mostrano specificità per la rilevanza e la rarità del valore espresso.
Atti del Convegno Nazionale
Il Patrimonio Geologico: una risorsa da proteggere e valorizzare
A cura di Mario Bentivenga
29 e 30 aprile 2010 29 e 30 aprile 2010
Sasso di Castalda – Potenza
pp. 79-92