De ‘Ordinamenta’ lectio

Recentemente si è tenuto, in un’affollata sala della Biblioteca Comunale, un incontro a tema ‘Ordinamenta Maris’ o, più compiutamente, ‘ORDINAMENTA ET CONSUETUDO MARIS EDITA PER CONSULES CIVITATIS TRANI’, inquadrato in un percorso di candidatura di quel documento quale Patrimonio Mondiale UNESCO.

Con tutto il rispetto per i dotti personaggi che hanno preso la parola, le lezioni magistrali colà impartite sono tutt’altro che esaustive e sono da considerare soltanto una tappa di un percorso di studio, di conoscenza, di inquadramento in un contesto ben più ampio che parte da lontano, nel tempo e nello spazio.

Per sintesi, si citano soltanto due momenti di tale itinerario.

Il più recente di essi ha portato sulla ribalta nazionale quei documenti storici nell’ambito della Festa di Radio 3 ‘TraniInOnda’ tenutasi lo scorso giugno. Nella fattispecie, la trattazione fatta da Alessandro Vanoli ha inquadrato gli Statuti Marittimi in una cornice di un’umanità da sempre ‘in cammino’ (ed in navigazione). Il solo titolo dato alla sua esposizione è già sufficientemente esemplificativo sul taglio che ha voluto dare al tema: ‘Un Mediterraneo vasto come il mondo’

Un mare visto non già come barriera invalicabile, ma anzi come bacino di interscambio, sì di merci, ma anche incrocio di persone; crogiuolo di culture, lingue, tradizioni, stili architettonici. Così lo storico, che si potrebbe contattare per mettere a frutto la sua profonda competenza dimostrata, ci fa scoprire che le Repubbliche Marinare non sono soltanto quelle quattro ‘classiche’, che ci hanno insegnato a scuola, anzi, quelle non sono neanche tra di esse contemporanee. Apprendiamo ancora di più: la definizione ‘Repubbliche Marinare’ fu coniata non proprio da un uomo di mare, ma da… uno svizzero.

Una seconda tappa fondamentale di questo lungo percorso di conoscenza degli ‘Ordinamenta’ è rappresentato dal meno recente, ma sempre valido, libro, a firma Raffaello Piracci, dal titolo ‘Per conoscere gli Statuti Marittimi di Trani’ (ed. Landriscina, 2016), piccolo scrigno di magnifiche pietre preziose, ma dimenticate dai più.

Ecco, in un cammino verso l’agognata meta del riconoscimento degli Statuti Marittimi come patrimonio mondiale, è necessario guardarsi indietro, considerare coloro che quel percorso hanno contribuito a tracciarlo, facendo tesoro dei loro contributi.

Magari anche, perché no, citandoli e rivolgendo loro un ringraziamento per il lavoro svolto.

Parimenti è necessario guardare avanti, continuare un percorso di ricerca, ‘scartabellare’ in qualche biblioteca, forse di Venezia, in questa operazione da Sherlock Holmes. Occorre necessariamente recarsi sul posto? No: al giorno d’oggi il materiale bibliografico è quasi tutto digitalizzato, disponibile on-line: è sufficiente avere la voglia di cercarlo e la modestia di volersi fare alunni, prima che professori.

A margine, si può annoverare un murales, che meriterebbe già da solo di essere osservato ed interpretato con attenzione, a firma Daniele Geniale, realizzato lungo il muro che, con quello del Giardino Telesio, delimita il tratto di strada di via Pozzo Piano che è stato di recente allargato, nel quale l’autore riporta, collegando graficamente, in modo davvero geniale, gli ‘Statuti Marittimi’ con ‘Accoglienza’ e ‘Coesistenza di culture’, due concetti che esprimono l’origine stessa della bellezza della nostra città, ma in fondo, ripensandoci, del nostro Paese che vanta, non per caso, il maggior numero al mondo di patrimoni UNESCO. Due linee maestre che abbiamo il dovere di consegnare alle future generazioni. Due fari, profondamente correlati agli ‘Ordinamenta’, che non possono non essere Patrimonio Mondiale, quantunque ‘immateriale’, dell’Umanità. Pena: l’inaridimento prima e l’autodistruzione poi del sedicente Sapiens.

Siro Sterpellone

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *